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Nasdaq a 1800 Ma l’etica si è fermata più su

Le ripercussioni del crollo del nuovo mercato sui fondi sostenibili Usa

di Giampaolo Cerri

L?orso che razzola da tempo al Nasdaq fa meno paura ai fondi etici. L?andamento disastroso del nuovo mercato americano è stato meno devastante di quanto si potesse immaginare sui fondi che investono nei titoli delle aziende socialmente responsabili. Se la borsa della nuova economia ha perso il 39,20% dall?inizio 2000, arrivando a quota 1.800 (l?indice aveva toccato anche i 5.000), fondi come il Domini Social hanno contenuto le perdite, mentre il Parnassus guadagna l?1,98% (anche se al lordo delle commissioni).
Ma cosa c?entra il Nasdaq con i fondi etici? C?entra eccome: i criteri negativi con cui vengono selezionati i titoli sui cui investire, spingono infatti i gestori verso il nuovo mercato. Le attività industriali della old economy più di quelle della nuova incappano infatti nei divieti previsti dai fondi etici. Di qui la necessità di frequenti aggiustamenti.
Il Domini Social Equity Fund, dopo una crisi arrivata alla fine dello scorso anno, ha dovuto ribilanciare il proprio portfolio. La stessa operazione che ha condotto alla Domini riequilibrando il proprio portafoglio dopo una forte flessione subita alla fine del 2000. In quel caso è bastato l?inserimento di una cinquantina di titoli ?a piccola capitalizzazione?, per sottrarsi alla crisi o per attenuarne gli effetti. La stessa operazione realizzata di recente dalla Calvert, che a fine febbraio aveva ridotto i titoli tecnologici dal 26,99% al 23,41%. La società di investimenti etici con sede a Bethesda nel Maryland aveva da poco riscosso il tributo del Wall Street Journal – che, l?8 febbraio scorso l?aveva descritta come caso da manuale per il suo 3,2% di utile nel 2000 – che ha dovuto conoscere uno dei ribassi più drastici della sua storia recente. L?indice della società gestita da Daniel Boon III, dopo anni di guadagni, ha visto l?indice precipitare, perdendo quasi 6 punti percentuali in pochi giorni.
Diverso il caso di Parnassus che nel 2000 che appunto chiude con un piccolo margine. «Mentre lo Standard & Poor 500 e il Wilshire 5000», ha scritto il gestore Jerome Dodson ai risparmiatori, «hanno perso rispettivamente il 9,10% e il 10,89%».

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